Primi passi con Arduino e oscilloscopio

Usiamo un oscilloscopio per studiare le uscite di Arduino usando le funzioni digitalWrite() e analogWrite().

Lo sketch blink

Carichiamo sull’Arduino il classico sketch del LED lampeggiante:

void setup() {
  pinMode(LED_BUILTIN, OUTPUT);
}
void loop() {
  digitalWrite(LED_BUILTIN, HIGH);
  delay(1000); 
  digitalWrite(LED_BUILTIN, LOW);
  delay(1000);                       
}

Il LED sarà acceso per 1 secondo (quando l’uscita è a 5 volt rispetto a GND) e spento per 1 secondo (quando l’uscita è a 0 volt rispetto a GND), avrà quindi un periodo di 2 secondi, che equivale a una frequenza di 0,5 Hz (500 mHz, dove mHz sta per millihertz) e un ciclo di lavoro (duty cycle) del 50%.

Questo è solo un programma di esempio perché l’attesa attiva con la funzione delay() non permette di eseguire altre istruzioni, questo programma non può fare altro.

Verifica con l’oscilloscopio

Su Arduino Uno e Mega il LED è collegato sul pin 13 quindi la sonda dell’oscilloscopio deve essere collegata con il morsetto a coccodrillo su GND e il puntale di misura sul pin 13.

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Installiamo il server Blynk: gestire in autonomia i sistemi IoT

Blynk è una piattaforma Open Source, dedicata allo sviluppo di Internet of Things ed al loro controllo da app per i cellulari. Possiamo connettere sensori, effettuare dei trend su misurazioni, attivare dispositivi ecc. in un mondo ormai connesso al web. Tramite questa piattaforma qualcuno ha gestito serre, vigne e coltivazioni, altri hanno realizzato dei sistemi di monitoraggio in aziende manifatturiere, altri ancora semplicemente per accendere luci o attivare tapparelle in casa propria. Il server può essere eseguito nel tuo ambiente cloud come Amazon o ospitato privatamente sulla tua macchina locale tipo RaspberryPi, possiamo utilizzare anche il server messo a disposizione dalla piattaforma stessa, ma con delle limitazioni.

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Gruppo di studio KiCad

Gruppo di studio su KiCad un software Open-Source per la progettazione di circuiti stampati, comunemente chiamate PCB.

I makers ovvero gli artigiani 2.0 per realizzare i propri dispositivi elettronici, utilizzano pesantemente piattaforme di sviluppo hardware libero come ad esempio Arduino realizzando prototipi su delle piastre chiamate breadboard.

Durante lo sviluppo del prototipo queste piastre offrono un’ampia e rapida scelta per la collocazione dei componenti che sono semplicemente inseriti e non saldati, fattore molto importante durante il debug iniziale del circuito.

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